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| Cipro, 2012 |
Si è snodato in tappe che hanno ormai delle date simbolo, come i testi scolastici che studiavamo per le interrogazioni di storia, pieni zeppi di date convenzionali, ve le ricordate? Non capivamo come si potesse pensare che l'Impero Romano fosse caduto proprio nel 476, oppure che il Medioevo finisse esattamente il 12 ottobre del 1492, eppure, quando dobbiamo rielaborare in modo più o meno razionale le cose che ci succedono nella vita per provare minimamente a dare loro quella parvenza di senso che ce le farà accettare come ricchezza personale, tendiamo anche noi a cristallizzare le date come fossero delle pietre miliari a posteriori. In modo posticcio e artificiale, ovviamente, ma nella nostra vita mortale non riusciamo a fare molto di più: il limite e la bellezza della storia degli esseri umani, un unico atto senza prove.
Con quel filtro di ricostruzione razionale, ho individuato cicli di 4 mesi e di 9 anni che hanno caratterizzato il mio percorso fin qui, sia sul piano personale e strettamente privato, sia su quello lavorativo e sindacale, comprendendo anche un 2018 di cambiamenti impegnativi, avvenuti tra gennaio, aprile e agosto: questa schematizzazione però non si è dimostrata sufficientemente idonea a descrivere la fatica di un anno troppo lungo anche per me, che dell'epopea personale ho fatto un marchio di autoironia (come dimostra ampiamente questo blog).
La forza costante che mi ha tenuto in piedi nonostante tutto credo che derivi dalla noia. Avete letto bene, perchè non sempre la noia ci toglie forze, a volte è una resistenza passiva che genera disubbidienza. Al liceo, per esempio, era divertente disubbidire alle noiose indicazioni impartite dalla prof. di greco e latino per tradurre pedissequamente e letteralmente le sue versioni come lei desiderava: era molto più eccitante tradurre bene (la vanità...) a modo mio e poi intavolare ogni volta una disputa in aula sul tempo verbale che avevo scelto a dispetto delle istruzioni ricevute. Dalla mia parte c'era sempre il mitico professore di italiano, Ciccio I., che mai avrebbe dato ragione alla borghese mediocritas priva di fantasia della mia competitor.
Questo atteggiamento dialettico mi costava sempre almeno un voto in meno a ogni compito in classe scritto e ha rischiato anche di farmi ottenere una votazione finale di 59/60 all'esame di maturità: uno smacco e un unicum che alla fine è stato evitato grazie all'intervento del nostro membro interno (sempre lui, il miglior professore che si potesse dedisiderare), riconoscente anche del fatto che avevo passato proprio io alla metà degli esaminandi la versione di greco per suo tramite...
Lo stesso "atteggiamento dialettico" nelle mie vicende personali dal 2017 a oggi, invece, non mi ha risparmiato dalle conseguenze del rimettere in discussione stipendio, lavoro, percorso, riconoscimento.
Ho disubbidito perchè era giusto, non solo perchè ubbidire è terribilmente noioso.
Oggi non mi resta che riderci su e ridere di me, adolescente testarda e kamikaze...
Forse il mio annus horribilis è finito e ancora non me ne rendo conto del tutto, chissà?

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