Ho sempre odiato i registratori, da bimba riascoltare la mia voce non mi piaceva per nulla, non mi riconoscevo. Pensavo di cantare bene ed essere brava- bravissima!- invece il riascolto mi smentiva...
Volevo essere Cristina D'avena, poi Katia Ricciarelli, ma l'idea della riproduzione mi inquietava: quei nastri molesti di sicuro deturpavano la realtà, del resto non facevano che ingarbugliarsi, doveva essere un problema loro, non mio!
Il mio rapporto di diffidenza verso le registrazioni è andato avanti anche dopo.
![]() |
| Album di famiglia |
A mia discolpa in questo caso si può considerare la noia per gli sbobbinamenti dai nastri, per cui mi veniva chiesto aiuto quando si studiava in compagnia. Questo fu uno dei principali motivi che mi hanno portato molto presto a studiare da sola, spessissimo in biblioteca, negli istituti e dipartimenti universitari, quasi mai a casa in isolamento, ma mai in gruppo, che era sinonimo di "Chi mi aiuta a sbobbinare le registrazioni?" e "Ripetiamo insieme?"
Sapete cosa intendo, no? Quel presunto metodo di studio per cui dopo aver letto la lezione (il libro, i libri, etc) si chiede a un povero malcapitato di stare ad ascoltar ripetere la solfa. Le sessioni di ripetizioni sono sempre state per me una tortura, una perdita di tempo immane: non ho mai ripetuto per studiare, nemmeno alle elementari.
Sono sempre stata una fan dell'apax: tutto scorre, "mai ti potrai bagnare le mani nella stessa acqua". Ecco, questa è la bellezza della vita. E della parola.
Badate, sono un'archeologa, credo nell'idea del patrimonio culturale trasmesso attraverso le tracce degli uomini, i loro oggetti, il quotidiano, mentre amo meno la storiografia ufficiale, sempre fatta dai cronachisti del potere: ecco perché avevo dedicato un'intera tesi di laurea alle iscrizioni funerarie, ultimo messaggio di auto-rappresentazione ai posteri, personale e quasi sempre autentico, al di là degli stereotipi che ci sono sempre stati.
Chi registra non ama l'uomo, ma la cronaca. E la cronaca non è altro che uno sforzo inutile di incomprensione: non riusciremo mai a registrare tutto, a ricordare tutto, a catalogare tutto.
Il tempo dell'Enciclopedia è finito secoli fa: spegnete i registratori, aprite le orecchie e gli occhi al mondo e all'umano.

Nessun commento:
Posta un commento