Le famiglie tradizionali, numerose per figli e matrimoni, sono generalmente costellate di piccole e grandi tragedie: lutti, pazzia, suicidi, segregazione, malattia... Sono la nostra mappa personale di radici, male di vivere e felicità.
Nonna Maria a nemmeno vent'anni era già vedova con un bimbo da crescere: il marito sparito nel nulla, secondo alcuni morto ammazzato per mano addirittura del fratello. Caino uccide Abele di continuo nella storia dei poveri: la miseria ha sempre amato la ripetizione, come nei migliori romanzi di Zola.
Rocco, mio zio, ha vagato per anni felicemente inconsapevole senza trovare pace: ha cambiato diversi lavori e molte città e ha abbandonato sua moglie Carla, come solo gli orfani sanno fare. In compenso è stato a sua volta dimenticato dal figlio Mario, esule in sud America con un conto arretrato di IVA da saldare allo Stato italiano.
Nonna Maria a nemmeno vent'anni era già vedova con un bimbo da crescere: il marito sparito nel nulla, secondo alcuni morto ammazzato per mano addirittura del fratello. Caino uccide Abele di continuo nella storia dei poveri: la miseria ha sempre amato la ripetizione, come nei migliori romanzi di Zola.
Rocco, mio zio, ha vagato per anni felicemente inconsapevole senza trovare pace: ha cambiato diversi lavori e molte città e ha abbandonato sua moglie Carla, come solo gli orfani sanno fare. In compenso è stato a sua volta dimenticato dal figlio Mario, esule in sud America con un conto arretrato di IVA da saldare allo Stato italiano.
| San Besso, 2025 |
Michele coltiva il mito dell'età dell'oro da anni; è un orfano anche lui e gli ha giovato poco avere vicini i suoi fratelli Orlando- omonimo di un lontano fratellastro epilettico morto tanti anni fa di segregazione e ignoranza- e Giovanni. Sogna il ritorno al paese di mare in cui è nato, la giovinezza, l'immobilità dei ricordi, ma la nostalgia non si accontenta di queste visioni felici e non lo abbandona mai.
Elena è la donna che meglio incarna il concetto di zen nella mia esperienza quotidiana: nonostante un vero stillicidio di dolore nel suo percorso familiare, continua ad avere lo sguardo rivolto al presente; il compatimento non le appartiene, il ripensamento nemmeno: sa lasciare andare via i pensieri senza farli circolare in modo ossessivo e autolesionista, come invece il mio DNA paterno è solito fare... Eppure suo fratello Raffaele se n'è andato a 36 anni da un giorno all'altro per una leucemia e Giannino, il fratello adorato, sensibile e triste, ha scelto di appendersi al lampadario della sua camera mentre Elena e tutta la famiglia erano in vacanza nella casa di origine, laggiù al paese: di quella notte ricordo solo il trambusto disperato e noi bambini affidati frettolosamente alla vecchia zia dalla parte opposta della strada.
Forse è per allontanare questo carico di fatiche familiari passate che alcuni inventano tradizioni fake, soprattutto in fatto di matrimoni. I miei amici F. e F., per esempio, hanno brevettato il matrimonio civile collettivo. Hanno scelto una location cara alla loro storia personale nel centro Italia e hanno invitato tutte le persone che amano a partecipare attivamente alla celebrazione: una specie di assemblea con tanto di interventi, moderatore e officianti. Il risultato è stato a dir poco paradossale: sposa in bianco, orazioni, canzoni e letture, come in una messa cattolica senza sacerdote, solo una paziente vice sindaca di un paese di provincia, immobile a sorbirsi i monologhi sproloquianti di una platea improbabile, in attesa di leggere gli articoli del Codice Civile necessari a suggellare l'unione.
Come sempre il carico di moralismo non si è fatto attendere: i genitori della sposa col loro esempio hanno fornito a tutti gli ospiti della generazione successiva la dose letale di retorica, senso di colpa e inadeguatezza.
Che belle le famiglie!
Sarà per questo che amo i gatti e il mio desiderio di maternità è inesistente nonostante il passare degli anni?
Ma sì, che sarà mai?
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