giovedì 27 luglio 2017

Il cerchio magico della fiducia

Atene, 2015
Ho scoperto il tradimento della fiducia universale in seconda elementare. Il colpo è stato terribile e fino ad allora pensavo che ci si potesse affidare a chiunque in completa buona fede: credevo sinceramente che si potessero raccontare segreti che sarebbero rimasti tali, confessare paure per cui non finire per essere derisi, mostrarsi per come davvero si è, senza trucco e senza inganno. Del resto avevo 7 anni.

Invece ricordo ancora l'episodio. La maestra aveva dato alla classe un compito: bisognava inventare un titolo adatto per la breve storia che ci aveva appena dettato, protagonista un bambino e un'indigestione di patatine fritte (solito intento educativo di basso profilo dei sussidiari delle elementari!), ed io mi stavo consultando col mio compagno di banco, Simone, un biondino piccolo e magro che abitava vicino nel quartiere, un po' come tutti gli altri.
Era un bambino biondo, non so se avete colto, e questo vuol dire che era di sicuro anche un bimbo buono, come gli angeli e le figurine di Natale e come Gesù Bambino, anche se al catechismo ancora non avevo iniziato ad andare.
Insomma, ad alta voce per confrontarmi in modo ingenuo con lui, dico a Simone il mio titolo, La mangiata di patatine (per inciso, col senno di poi, pessimo!) e poco dopo la maestra decide che il tempo per il compito è finito e chiede di leggere questa benedetta intestazione che avremmo dovuto inventare e trascrivere sul quaderno.

E chi risponde per primo con enfasi da saputello in cerca di approvazione? 
Simone.

E cosa risponde Simone?
La mangiata di patatine.

Mi aveva rubato il titolo, mi aveva lasciato senza risposta e in più aveva primeggiato senza merito. Dopo lo shock iniziale, nel caos causato dalle urla degli altri titoletti insulsi (Patatine che passione, La grande abbuffata e cose del genere), sono riuscita lo stesso a trovare un modo di uscirne brillantemente.

Ma tutto era cambiato: io non ero più la stessa e nemmeno Simone, il fedifrago.

Se doveste circondarvi di persone di fiducia, a chi pensereste?
Ha senso costruire e ricostruire il cerchio magico, quando basta un piccolo episodio delle elementari a insegnarci che tutto è molto più complesso della sola e semplice fedeltà?
Per non sbagliarmi più, io ho fatto due semplici cose crescendo: la prima, ho continuato ad arrangiarmi, a confidare nella mia capacità di adattamento rapido senza timidezza e a non considerare centrale la questione di fiducia.

La seconda, fondamentale: non ho mai avuto fidanzati biondi.


Adieu, blonde!

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