venerdì 28 luglio 2017

Enciclopedie di niente

Avete presente i cruciverba?

Mia zia ne è sempre stata una fan sfegatata: a casa sua ancora oggi si trova la Settimana Enigmistica con accanto il vocabolario in edizione aggiornata, così quando incontra una parola nuova o un sinonimo è subito pronta a consultare il dizionario.

Vocabolario e cruciverba sono due dei leit motiv dei miei anni '80, cresciuta come sono in una famiglia di gente semplice e ingenua, popolani in senso puro, convinti quindi che il segreto della cultura sia nascosto nel cumulo infinito delle nozioni ordinate nelle voci delle enciclopedie, nei dizionari e... nelle parole crociate, perché no? Sono utili a imparare parole nuove, tengono la mente in allenamento e sono un bel passatempo. Come i puzzle, sempre per parlare di ricordi anni '80.

Atene, 2009
Nel mio percorso scolastico, elementari e medie nel mio quartiere e liceo di antica tradizione, per fortuna sempre nella cittadina di provincia dove sono nata, ho decisamente capovolto le convinzioni semplici del modello educativo di casa mia.

La cultura è tutto fuorché nozioni, ha bisogno di coordinate, piccole stelle fisse su cui costruire percorsi, ma poi è necessario perdersi, sperimentare, voltare pagine e pagine di pensieri, parole, storie, teorie, argomentazioni…
E poi immagini, musica, persone, viaggi, musei, incontri. 

La cultura è umanesimo e umanità, è sensibilità e ricerca continua: un patrimonio vivo di esperienza dentro e fuori da sé. Senza punti di arrivo e verità.

La lettura è il modo migliore per imparare parole nuove, altro che cruciverba! Non è un passatempo, altro concetto che ho trovato sempre troppo stretto e colmo di un moralismo vacuo: il tempo si perde comunque, è fatto per passare-  sempre che davvero esista- e le nostre attività non hanno bisogno di una graduatoria di utilità o meno per essere classificate, come invece le definizioni di passatempo e hobby hanno insite, quasi a giustificare nella premessa che si sta perdendo tempo...
Chi decide cosa è utile e cosa non lo è? Utile a cosa? A chi?

Eppure i nostri genitori, che non hanno mai coltivato in alcun modo il loro tempo libero e men che meno un hobby, neanche per sbaglio (gli operai poveri non hanno tempo libero, devono sempre fare qualcosa per qualcuno, mai rilassarsi!), hanno provato da bambini a intrattenerci con presunti passatempi utili, come i puzzle, quelle scomposizioni di foto o di opere famose che se dipendesse da me sarebbero fuori mercato da un millennio, tanto sono brutte appese alle pareti una volta terminate (non me ne vogliano produttori e lavoratori del settore, per loro fortuna non faccio io il mercato)!

Le enciclopedie e i dizionari hanno avuto anche meno considerazione nella mia esperienza, utili giusto per le ricerche delle scuole dell'obbligo.

Il dizionario dei sinonimi e dei contrari? Mai avuto, una bestemmia!

Si sa, i sinonimi non esistono!

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