sabato 16 aprile 2016

Luoghi comuni

Elena, come ogni donna meridionale negli anni '70, ha avuto un corredo per il matrimonio: un vecchio lascito medievale che al posto della dote prevedeva biancheria di pregio e altre amenità per l'arredo casa. Oggi almeno si sceglie la lista- nozze, cosa decisamente più moderna!
Nel corredo di mia madre c'era anche l'Enciclopedia della Donna Fabbri, ancora oggi consultabile tra gli scaffali del garage.

La ricordo benissimo sui ripiani del salotto, prima dell'ultimo trasloco a inizio anni '90, in mezzo agli atlanti di mio padre (Michele è patito di geografia e di viaggi, ovviamente dal divano di casa), i libri di cucina e altre opere di circostanza.

In quarta elementare per la ricerca sul tema 'donne nella storia' ho avuto modo pure di aprirne i 10 volumi e di leggerne alcune pagine: allora ero stata soddisfatta delle informazioni trovate per il mio compito e non avevo compreso minimamente il piano dell'opera.

In seguito mi è capitato ancora di consultare quei libri e di prendere coscienza che non li avrei riaperti mai più!

Era servito il manuale della perfetta moglie anni '60: bella, curata, in forma, servizievole, sottomessa al marito, competente nella cura della casa e dei figli. Possibilmente ignorante e senza altre nozioni scientifiche o culturali, se non quelle legate alla pulizia profonda di ogni superficie domestica o all'assistenza fisica dei familiari: cuoca, infermiera, perfettamente integrata con il contesto domestico. Ovviamente casalinga e disoccupata.

L'enciclopedia dei luoghi comuni e della cultura paternalistico-maschilista e moralista insomma!

Come si sarà capito convivo difficilmente con i luoghi comuni. Ai sociologi pare piacciano molto, perché come spie svelerebbero retroterra culturali e valori socialmente condivisi e tramandati. In effetti mi rendo conto che tendo anche io a prestarci attenzione, se non altro per contestarli.

Nella mia esperienza posso dire che alcuni sono proprio buffi. Meglio, tragicomici.

L'automobile rossa alla lunga stufa, vuoi mettere il grigio?
I fiori in sala sono in omaggio per le gentili signore!
Mai tatuarsi a vista, meglio sulle spalle, così non stanca vedersi uguali tutti i giorni.

Altri secondo me sono particolarmente antipatici. E sono i luoghi comuni che riguardano la genitorialità e in particolare la maternità, intese convenzionalmente come espressione di potenza e moralismo, oppure i clichè sulle donne e la differenza di genere.

Se sei genitore soffri di più, sei più sensibile e hai più preoccupazioni per la sorte di parenti e amici…
Se adotti un gatto, di sicuro sei predisposto verso i figli! Voglia di maternità!
Le donne hanno un alto livello di fuga, non danno continuità alle cose perché ne fanno troppe tutte insieme.
Le donne al vertice di un'organizzazione sono peggio degli uomini, autoritarie e rigide!

Provo sempre una certa cinica invidia verso chi esprime queste presunte verità banali: quanti punti fissi da cui partire su questioni delicate e complesse!


Proviamo a cambiare i luoghi comuni? Magari potrei smettere anch'io di invidiare la banalità.

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