giovedì 28 gennaio 2016

Chef o kapò?

Come figlia degli anni Ottanta di una famiglia semplice sono cresciuta con la televisione. Erano gli anni del boom del Biscione, che a colpi di palinsesto "facile" offriva intrattenimento puro e semplice a casalinghe e anziani: dai quiz ai giochi più improbabili, dalle agenzie matrimoniali al Pranzo è servito.


Ai tempi delle mie elementari rimanere a casa da scuola con l'influenza significava una mattinata di puro divertim
Corsica, 2022

ento insieme a telefilm di ogni genere! Uno spasso!

Nonostante tutto, la scuola e gli esempi di buon senso degli adulti che ho avuto intorno hanno fatto il loro dovere e credo di aver sviluppato un certo senso critico anche verso la tv. Non ne sono schiava e nemmeno nemica giurata. La guardo in cerca di film, ma anche di relax.

Un genere di trasmissioni che proprio non sopporto sono i reality show di ambito culinario: non mi appassiona la competizione sulla preparazione del cibo, sebbene in genere io apprezzi l'abilità e anche la cucina.
Non è obbligatorio esserne fan, quindi non c'è problema.

Ultimamente però mi sono imbattuta per caso in Hell's Kitchen Italia, un gioco in cui due squadre di aspiranti chef, tutti molto giovani, devono sfidarsi in varie prove pratiche in cucina e nel servizio di un ristorante- studio, dove vince la squadra più veloce e apprezzata per qualità e creatività dei piatti.
Giudice indiscusso uno chef stellato ormai noto, che procede anche a eliminare il peggiore dei perdenti.
In palio un posto di lavoro prestigioso come chef durante la prossima stagione estiva.

Ho capito così perché ho un'avversione verso questi format. Ecco qualche buon motivo per evitarli da subito:
  1. sono sessisti e misogini: vince sempre la classica e puerile dicotomia maschi contro femmine;
  2. offrono uno spettacolo becero mostrando la prepotenza e la violenza di uno chef- kapò (sempre un uomo) che umilia e sottomette i concorrenti e decide monocraticamente delle loro sorti nel programma;
  3. trattano il lavoro come un premio finale qualunque;
  4. tralasciano che ogni singolo elemento dello show sarebbe parte di un posto di lavoro!
Moralista? Forse sì!

Ma ho troppo rispetto per chi tutti i giorni nelle cucine da incubo della realtà deve portarsi davvero a casa dignità e stipendio.

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