martedì 20 ottobre 2015

Opposti estremismi

Mi sembra che ultimamente vadano per la maggiore alcuni
Atene, 2015
facili luoghi comuni
, banali concetti dal buonismo esasperato che accontentano trasversalmente pubblici diversi, quasi paralleli.

Da più parti si citano le stesse fonti, con una spregiudicatezza davvero commovente: il papa che condanna gli evasori fiscali o disserta di lavoro femminile, il comico di turno che insegna la Costituzione, la cantante militante esperta di ecologia universale, il giornalista tuttologo post- qualcosa…

Il minimo comune multiplo di tutte queste esimie opinioni è un moralismo severo.

Uno dei luoghi comuni che ha successo da sempre riguarda la condizione degli animali domestici nel mondo occidentale e l'indignazione per la disparità di trattamento dei bambini in molte parti del mondo. Non ho mai capito come mal nutrire il mio gatto possa aiutare un bimbo affamato in Africa. Non ho nemmeno mai avuto evidenza logica del fatto che chi non ha animali domestici faccia del bene ad altri esseri umani.
Non ho mai trovato onorevole e corretto intellettualmente paragonare un cagnolino a un bambino: credo che la scala di valore della vita umana sia inequivocabile e universale. Forse confrontare un neonato sano europeo a un bebè africano è troppo per il nostro senso comune del bene e del male... Sentiamoci in colpa solo fino a un certo punto! Si sentano colpevoli gli spreconi animalisti radical chic!

Essere contro qualcosa significa sempre appoggiare il concetto opposto?

Da bambina alla mensa della scuola statale materna ed elementare di provincia dove sono cresciuta, dopo la preghiera pre-
pasto di rito, le maestre si raccomandavano con molta verve di mangiare tutto.
Non perché fosse buono o necessario per noi bimbi.
Ma perché diversamente Gesù avrebbe pianto e i bambini altrove sarebbero morti di fame.
Non ho mai colto il nesso tra il cibo che consumavo e quello che sarebbe arrivato nella pancia di un bimbo africano, o indiano. Al contrario pensavo che lasciarne da parte per loro sarebbe stato molto meglio che finire sempre tutto.

Il moralismo come filtro cognitivo e didattico ha sempre fatto danni enormi.

Per spiegare l'ingiustizia sociale e la impari distribuzione della ricchezza bisogna per forza creare dei nemici?

Di sicuro è un modo comodo e veloce per assolvere alcuni- se stessi- e rimanere fermi. Ricchi e felici.

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