venerdì 23 ottobre 2015

Processi storici

Torino, 2018
A Torino si contano molti luoghi che hanno visto all'opera i militanti di tanti movimenti rivoluzionari e terroristici.

Donne e uomini, giovani e pieni di progetti per il futuro, così certi delle loro convinzioni e pervasi di fiducia nell'avvenire da non aver paura di morire o di sbagliare.

E molto hanno sbagliato.

In città ci sono anche le targhe e le lapidi nei luoghi in cui sono state uccise e ferite decine di persone: giornalisti e agenti delle forze dell'ordine, magistrati e avvocati, ma anche passanti inconsapevoli.

La violenza come mezzo di comunicazione e di contrattazione è da sempre un bivio terribile, quando i tempi si fanno duri: questa città offre spunti eccezionali per non avere dubbi nel rifiuto.
A Pinerolo sono stati arrestati i fondatori delle Brigate Rosse: a Torino il primo processo.
Secondo interpretazioni molto teoriche sarebbero state le vittime di piazza Fontana e le angosce del compagno Osvaldo ad accelerare il salt
o delle BR: lotta armata e clandestinità.
Tutto sarebbe iniziato da lì: il 12 dicembre 1969. E quel tutto sarebbe finito il 9 maggio 1978, quando il corpo morto di Aldo Moro comparve in via Caetani.

Io non ero ancora nata e tutto ciò che ritengo fondamentale sapere per interpretare il mio presente si era già compiuto.

Nei luoghi rimane qualcosa delle esperienze e dei pensieri degli uomini che ci possa aiutare a capire?

L'archeologia non è nient'altro che questo: cercare l'immateriale nel materiale.

Abbiamo bisogno di un'archeologia del presente.

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