In via Donati a Torino, dalle parti di corso Vinzaglio e non lontano dalla mia zona e da Porta Susa, si trova una strana targa, che non avevo mai notato prima di una mattina dell'inverno scorso.
Si tratta di una dedica a Edgardo Sogno nei pressi dell'abitazione di Torino, la sua città di origine.
Soltanto successivamente ho scoperto che la lapide si trova lì dal 2002 e che era stata fonte di non poche e comprensibili polemiche.
Il personaggio è davvero controverso: torinese, nobile di famiglia sabauda, monarchico e amico intimo della famiglia Agnelli; partigiano bianco dopo l'8 settembre: alfiere della monarchia recita ancora la targa.
Ma è l'ambiguità durante la guerra fredda ad essere stata più volte messa in discussione; ha intrattenuto regolarmente rapporti stretti con Licio Gelli, i neo fascisti, i manager della Fiat più reazionari, ma anche alcune figure più marginali e oscure della sinistra extra parlamentare, come Roberto Dotti del 'Super Clan'.
Nei ricordi di Alberto Franceschini, brigatista rosso del nucleo fondatore, Sogno e Dotti intorno al 1969 avrebbero incontrato sulla terrazza Martini a Milano una giovanissima Mara Cagol, in cerca di sostenitori per una nuova formazione rivoluzionaria tutta femminile.
La figura di Sogno viene accostata in modo definitivo, in base alle indagini e al materiale documentale, al tentativo del golpe bianco del 1974: l'ennesimo.
Cosa ha evitato il colpo di stato militare nel nostro Paese?
L'opinione pubblica forte, il potente sistema democratico dei partiti, oppure non ce n'è stato bisogno?
A giudicare da questa targa la memoria non è il nostro forte.
Si tratta di una dedica a Edgardo Sogno nei pressi dell'abitazione di Torino, la sua città di origine.
Soltanto successivamente ho scoperto che la lapide si trova lì dal 2002 e che era stata fonte di non poche e comprensibili polemiche.
Il personaggio è davvero controverso: torinese, nobile di famiglia sabauda, monarchico e amico intimo della famiglia Agnelli; partigiano bianco dopo l'8 settembre: alfiere della monarchia recita ancora la targa.
Ma è l'ambiguità durante la guerra fredda ad essere stata più volte messa in discussione; ha intrattenuto regolarmente rapporti stretti con Licio Gelli, i neo fascisti, i manager della Fiat più reazionari, ma anche alcune figure più marginali e oscure della sinistra extra parlamentare, come Roberto Dotti del 'Super Clan'.
Nei ricordi di Alberto Franceschini, brigatista rosso del nucleo fondatore, Sogno e Dotti intorno al 1969 avrebbero incontrato sulla terrazza Martini a Milano una giovanissima Mara Cagol, in cerca di sostenitori per una nuova formazione rivoluzionaria tutta femminile.
La figura di Sogno viene accostata in modo definitivo, in base alle indagini e al materiale documentale, al tentativo del golpe bianco del 1974: l'ennesimo.
Cosa ha evitato il colpo di stato militare nel nostro Paese?
L'opinione pubblica forte, il potente sistema democratico dei partiti, oppure non ce n'è stato bisogno?
A giudicare da questa targa la memoria non è il nostro forte.
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