venerdì 18 settembre 2015

Madre sì madre no

Avere 35 anni fatti e finiti- diciamo 36?- ed essere donna nel nostro Paese implica alcune cose.
Per esempio che i conoscenti si sentano in diritto- dovere di chiedere se si hanno figli, anche se la circostanza non prevede questo tipo di curiosità.
Per onore di cronaca bisogna dire che sono più spesso le donne degli uomini a indagare in questo senso e, se la risposta è negativa, a far scattare come tagliole i buoni consigli non richiesti.

Conviene deciderti.
E l'orologio biologico?
Guarda che poi te ne penti!
Non hai istinto materno?
Sei single?

C'è una felice leggerezza in questi commenti: la maternità sembra un argomento neutro come un altro, per esempio il tempo e le stagioni, chiacchiera riempitiva e di circostanza. Figliare come lamentarsi del caldo o del freddo.
Mi piace immaginare le reazioni se a questo tipo di domande si rispondesse con una frase tragica, magari falsa.

Sono sterile.
Odio i bambini.

Per fortuna mia madre mi ha avuta tardi rispetto ai canoni dei suoi tempi: il primo figlio a 29 anni e io sono arrivata quando lei ne aveva quasi 35. Infatti Elena mi ha chiesto solo una volta se fossi interessata all'argomento figli e non mi ha cresciuta col  valore della maternità a tutti i costi o della competizione da riproduzione.

Sarà per questo che non posso che osservare quanto noi donne, a volte, riusciamo a essere inopportune sull'argomento. Mi è capitato spesso di sentirmi dire: "non puoi capire perché non sei madre"; "non ti riguarda se non hai figli"; "le politiche della scuola non ti interessano, se non hai bambini da crescere"; "da quando sono mamma non penso ad altro, non so proprio cosa raccontarti"; "solo una madre puó immaginare il dolore della morte di un bambino".
Capita anche di ascoltare il pregiudizio opposto: "e a me che non ho figli niente part time?", oppure "i carichi di famiglia non sono un giusto criterio nei licenziamenti collettivi"...

Come si fa a sentirsi definitivamente madri o non madri?

Agli uomini come sempre non toccano queste complicazioni: ancora una volta lavoriamo per la cultura maschilista.

E per l'assenza dei padri.

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