giovedì 24 settembre 2015

Cursus honorum

Grugliasco, 2011
Sono nata nel 1979, ultimo anno di un decennio pesante per la storia e la politica del nostro Paese: Aldo Moro era stato ucciso dalle BR, dopo un sequestro lungo e inquietante, se si pensa alle grandi carenze (per alcuni connivenze) mostrate in più occasioni dalle istituzioni a vari livelli, e il nuovo anno non poteva iniziare peggio, con l'omicidio di Guido Rossa, operaio e rappresentante sindacale della Cgil.

Dopo quel decennio niente sarebbe stato come prima: il PCI aveva toccato il suo massimo risultato elettorale nel 1976, picco che non avrebbe mai più nemmeno sfiorato; lo sciopero dei 35 giorni della Fiat e il suo epilogo sarebbero di lì a poco entrati nella storia sindacale italiana…


Quando Berlinguer è morto avevo 5 anni, non ricordo nemmeno il funerale alla TV.
Sono cresciuta con i valori e gli esempi tramandati dalla generazione precedente: Pasolini, Berlinguer, Trentin. Come accade sempre, come è normale che sia.

Non avrei mai pensato che votare per la prima volta a fine anni '90 in piena epoca berlusconiana e non aver mai visto la FGCI potessero costituire un gap in termini di credibilità e autorevolezza del percorso personale.

Possibile che sia un vulnus essere nati oggettivamente dopo alcuni eventi ed esperienze ritenuti fondanti?

Progressismo dovrebbe voler dire non temere di superare le posizioni costituite. Non ho mai amato il concetto di positivismo come fede incrollabile nel futuro, forse proprio perché ho imparato quasi subito che non saremmo mai stati all'altezza di certi giganti.

Ecco perché conoscere la storia antica ha salvato la mia autostima: invece di scoprire che i titani- antichi o moderni che fossero- sono inarrivabili, mi sono convinta che fossero come noi.

E come noi si sentivano inadeguati.

Le grandi cose si fanno solo se spinti da grandi insoddisfazioni: c'è speranza anche per noi!

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