martedì 25 agosto 2015

Torino casa mia

Torino è una  città accogliente; appena arrivata, mi sono trovata molto bene con tante persone: innanzitutto i colleghi e i compagni di un po' tutti i miei posti di lavoro, che si sono mostrati gentili e sinceramente amichevoli. Peggio è andata coi vicini di casa, soprattutto quando erano proprietari e non semplici inquilini.
La proprietà privata incattivisce, continuo a esserne convinta: in ogni caso io non ho il mito del possesso dell'abitazione, quindi ho buone speranze di essere accogliente a mia volta.

A Torino ho cambiato molte case nei primi anni: precaria e bohemiénne come è giusto essere a 25 anni. Per questo molti miei amici mi prendono ancora in giro, mi chiamano scherzosamente zecca e invidiano con ironia evidente la mappa variegata dei quartieri in cui ho vissuto.

Anche Letizia è innamorata di Torino; alla città deve tranquillità e realizzazione. Le ha dato lavoro, soldi, la possibilità di viaggiare coi gruppi organizzati della parrocchia almeno una volta all'anno, ma anche di crescere senza rinunce figlia e nipote.
Per sua nipote Valeria Letizia ha grandi progetti: dopo la laurea in economia, lavorerà nella banca dove è già impiegata sua figlia, la banca del grattacielo! E non sarà una semplice ragioniera, stavolta come dottoressa dirigerà altri impiegati. Capo ufficio, come lei era capo squadra.

Che meraviglia il progresso!

L'unico pensiero molesto di questa estate sono gli arrivi di profughi a Ventimiglia: la povera Valeria è davvero spaventata e spera che Letizia ed Egidio vadano a prenderla in macchina almeno a Cuneo.
Sono tutti uomini e si dice siano clandestini!

Concittadini di Egidio, che è nato a Fiume e ha circa 80 anni, sanno bene cosa voglia dire arrivare in Liguria ed esserne scacciati. Succedeva a 150 km dalla cittadina di mare dove hanno comprato casa Egidio e Letizia e qualche decennio prima che nascesse Valeria…

Partire è un po' morire.

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