martedì 24 novembre 2020

Signor Padrone

"Perché padrone fa troppo anni 70/80", mi hanno detto.

Ci hanno convinto che sia una parola d’antan, non adatta a rappresentare la realtà.

Grugliasco, 2019
Ci hanno detto che non siamo operai, salariati, proletari.
Ci hanno definito flessibili, elastici, smart e ci hanno detto che abbiamo in mano il nostro destino, ma vuol dire anche che se non riusciamo il problema è solo ed esclusivamente nostro: non siamo capaci, tenaci, all'altezza.
Ci hanno fatto notare che possiamo autointraprenderci. Imprenderci.
Insomma avete capito: l'impresa, l'imprenditoria, l'autoimprenditoria, l'auto.
Quello che ho capito io è che dobbiamo fare da soli senza rompere i maroni.

Però il padrone è rimasto lo stesso: ci sfrutta mentre noi pensiamo alla via di fuga. Si arricchisce mentre noi siamo poveri, part time o in cassa integrazione. Ci dirige con prepotenza e ci indica la via di uscita se il nostro "progetto" (altra fregatura il progetto professionale…) non coincide con la politica aziendale. Ci divide per evitare la solidarietà e le convergenze.

Finché sarò in un'azienda mutinazionale come subordinata, part time, povera, mi considererò salariata e il padrone lo chiamerò padrone.
E inseguirò sempre la via collettiva, perché alla salvezza individuale ci penseranno le religioni, non la pratica quotidiana.

A ognuno il suo.


PS. Questo post è stato scritto il 16 febbraio 2020 ed è rimasto in bozza per mesi.
Voglio dedicarlo a tutte le mie ex colleghe e colleghi che ancora devono fare i conti con il part time e la cassa integrazione Covid: fatevi forza, sempre, perché abbiamo ragione! 

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